VENERDI' 10 OTTOBRE 2014: CONVEGNO A BAGNOLO PIEMONTE SULLA NUOVA PAC

PROBLEMATICHE E PROPOSTE DA PARTE DELL’ASSOCIAZIONE DIFESA ALPEGGI PIEMONTE:

speculazioni, greening, lupi e refresh.

 

Bagnolo Piemonte - Teatro Silvio Pellico

Venerdì 10 ottobre 2014 - ore 17

Convegno:

I NUOVI AIUTI DIRETTI ED IL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2014-2020

Opportunità per l'agricoltura delle aree pedemontane e montane

 

L’attività dei margari e dei pastori sugli alpeggi è di estrema importanza per l’ambiente montano in quanto il pascolo delle loro mandrie sono indispensabili per la tutela del territorio, l’assetto idrogeologico, la biodiversità e la conservazione di molte specie vegetali, il turismo nelle aree marginali e la produzione di tipicità gastronomiche oltre ad un peso non indifferente sull’economia agricola regionale (ogni anno salgono sugli alpeggi piemontesi circa 90.000 capi bovini e 95.000 ovini secondo i dati dell’ASL Piemonte).

 

Data l’importanza del settore risulta indispensabile tutelare e sostenere chi svolge questa attività attraverso una politica seria e responsabile, capace di conservare le tradizioni e i benefici del settore ma allo stesso tempo migliorare il lavoro e garantire una giusta remunerazione ai margari delle nostre montagne.

 

Purtroppo negli ultimi anni si sono verificate situazioni speculative e altre problematiche che hanno profondamente danneggiato tale attività provocando la chiusura di numerose aziende e un inevitabile danno per tutta l’agricoltura regionale.

 

L’Adialpi, associazione creata nel 2012 da un gruppo di soli margari, è nata proprio per difendere l’alpicoltura attraverso la testimonianza delle problematiche del settore agli enti, ai sindacati e alle istituzioni in modo da affrontare le principali difficoltà e sostenere azioni di tutela per questa attività.

 

 

Le regole da poco approvate sugli aiuti diretti lasciano spazio a nuove speculazioni sui pascoli.

“NUOVA PAC, VECCHIE SPECULAZIONI!”

 

Con la circolare dell’Agea dell’11 ottobre 2013 (N.ACIU.2013.979) sul “pascolo terzi” sembrava che finalmente venisse inserito un ostacolo per tutti coloro che utilizzano i pascoli di montagna esclusivamente a scopi di speculazione, senza praticarne effettivamente il pascolo con i propri animali ma semplicemente traendone i benefici dei premi comunitari in base ai “titoli” posseduti. Tale pratica ha recato negli anni gravi danni per i margari in quanto i premi vengono assegnati a soggetti che non sono i veri utilizzatori di tali superfici e inoltre, a causa di questa azione speculativa, i canoni di affitto degli alpeggi sono lievitati notevolmente compromettendo l’attività di molti alpeggiatori storici.

Purtroppo la circolare dell’Agea è stata sospesa dal Consiglio di Stato e nonostante le richieste dell’Adialpi per il suo ripristino e l’introduzione di altre misure di tutela a favore dei veri margari, i regolamenti nazionali della nuova PAC che entrerà in vigore dal 2015, sembrano incentivare ancor di più le speculazioni sulle superfici degli alpeggi. Infatti, per coloro che praticano il “pascolo terzi” viene effettuata la riduzione dell’80% la superficie “coperta” da ogni titolo: in pratica per ogni titolo ci vorranno 5 ettari di terreno anziché 1 come per tutti i titoli degli agricoltori. Apparentemente sembrerebbe un danno per coloro che praticano tale attività. In realtà, però, il provvedimento verrà attuato a partire dal 2015, anno di assegnazione dei nuovi titoli, per cui, in base al metodo di assegnazione dei nuovi titoli PAC stabilito a livello comunitario, l’intero valore dei contributi verrà spalmano sugli ettari ammessi a premio, nel loro caso ridotti dell’80%. In questo modo, non solo viene evitata la penalizzazione del così detto “guadagno insperato” (secondo cui il maggior valore ottenuto dai titoli in seguito alla riduzione della superficie aziendale verrebbe penalizzato del 50%) ma dall’anno successivo (2016) essi possono, evitando il pascolo terzi, ridurre le superfici in conduzione o addirittura disporre di nuove superfici (l’80% del totale) su cui acquistare titoli ed accrescere i propri premi PAC.

Per fare un esempio pratico: un agricoltore, possessore di 100 titoli dal valore medio di 500 € ricava attualmente 50.000 €, praticando il pascolo terzi su un alpeggio di 100 ha. Nel 2015 a lui vengono assegnati, come da regolamento, 20 titoli dal valore medio di circa 2.500 €, per una Pac totale di circa 50.000 (a parte le riduzioni percentuali che subiranno annualmente tutti gli agricoltori). L’agricoltore, nonostante abbia solamente 20 titoli, è comunque tenuto a condurre 100 ha. Nel 2016, però, l’agricoltore potrà decidere tra: continuare questa situazione, oppure trasferire questi 20 titoli su terreni di pianura dove non sia necessario effettuare il pascolo affidando ad altri le superfici dell’alpeggio, oppure acquistando alcuni animali in modo da condurre direttamente l’alpeggio e a questo punto acquistare altri 80 titoli Pac e accrescere in modo significativo la Pac aziendale.

In poche parole, coloro che sino ad oggi hanno speculato sugli alpeggi a danno dei veri margari, si troveranno in una posizione privilegiata in cui sarà possibile aumentare i ricavi dei premi comunitari e, ancora una volta, “drogare” la tradizionale pratica degli alpeggi attraverso un innalzamento dei canini di affitto.

 

 

 L’Adialpi chiede maggiore attenzione agli alpeggiatori nel nuovo PSR.

“NON TOGLIETE GLI AIUTI AI VERI MARGARI!”

 

Dalla campagna 2015 entrerà in vigore la “nuova Pac”, un insieme di misure, regolamenti e finanziamenti di aiuto agli agricoltori stanziati dall’Unione Europea e che interesserà il settore fino al 2020.

A livello comunitario e nazionale possiamo dire che le nuove linee di applicazione della Politica Agricola sono state definite mentre, a livello regionale piemontese, il Piano di Sviluppo Rurale è ancora in parte in fase di “costruzione”.

 La principale certezza del nuovo PSR piemontese è l’aumento del budget di quasi 120 milioni di euro, cifra importante che potrà sicuramente contribuire ad un miglioramento del settore. Per quanto riguarda le nuove misure che verranno adottate sembra prevedibile, e razionale, riprendere molte delle “vecchie” misure, con le adeguate modifiche e miglioramenti, in modo da proseguire quegli obiettivi che molte aziende agricole hanno intrapreso. Stando a quanto illustrato dalle bozze regionali, oltre all’introduzione di alcune nuove azioni, saranno riproposti i bandi di sostegno per i giovani agricoltori (ex 112), per gli investimenti nelle aziende agricole (ex 121), per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli (ex 123) e per i pagamenti agro-climatico-ambientali (ex 214).

Proprio su quest’ultima tipologia di interventi, l’Adialpi ha avvertito il bisogno di sollevare una questione molto importante: sembra infatti che, a partire dalla nuova Pac post-2014, con l’introduzione del cosiddetto “greening” che prevede pagamenti in aggiunta ai premi di base per l’applicazione di pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente, alcune misure agro-ambientali del Psr piemontese non possano più essere presentate poiché si tratterebbe di finanziare doppiamente una stessa pratica (come riportato dall’articolo 43, paragrafo 4, del Regolamento UE n° 1307/2013) o, più semplicemente, l’agricoltore potrà richiedere entrambi i premi ma essi verranno in parte ridotti.

 In pratica si tratterebbe di subire una decurtazione dal premio del greening in quanto tale premio per “l’inverdimento” sarebbe già finanziato da una delle misure equivalenti presenti nel PSR: ad esempio, un’azienda che richieda il premio per la misura sui “pascoli estensivi” (ex 214.6.1 del PSR 2007-2013) subirà una decurtazione sul premio greening all’incirca del 30% del premio a lui spettante (il cui valore a suo volta dipende da quello dei titoli posseduti dall’agricoltore interessato).

Già molti miei colleghi margari saranno penalizzati da un premio di base molto basso (all’incirca 100-150 €/ha contro gli oltre 500-600 €/ha di molti speculatori), se poi a questo viene ancora decurtata una percentuale sul greening allora sarà veramente un fallimento per tutti quanti.

In una fase di programmazione del PSR come quella attuale, sembra totalmente illogico inserire una misura che sin dall’inizio sappiamo che comporterà delle penalizzazioni. Allo stesso tempo sarebbe ingiusto non riproporre uno dei pochi premi che arrivavano nelle tasche dei veri alpeggiatori: non concedere più il premio del Psr per il pascolo estensivo significherebbe non comprendere quali sono i benefici dei margari sui pascoli e mettere sullo stesso piano chi ogni anno pratica l’alpeggio con i propri animali, arrecando concretamente dei benefici all’ambiente, con chi semplicemente è interessato alle superfici di montagna per trarne contributi pubblici senza condurre un solo animale in alpe.

Anche se le disposizioni nazionali ed europee sono già state definite abbiamo ancora la possibilità di rimediare a questo problema agendo sul tavolo del Psr del Piemonte a cui chiediamo di fare in modo che i

 “veri margari” siano giustamente aiutati nel loro lavoro con delle misure serie e mirate alla tutela dell’ambiente montano e alla conservazione dei nostri alpeggi.

Oltre alla misura 214.6.1, il precedente Psr prevedeva la misura 214.6.2 (Sistemi Pascolivi estensivi gestiti con Piano Pastorale Aziendale) in cui erano concessi finanziamenti per una gestione dell’alpeggio utile a migliorarne le risorse vegetazionali attraverso lo studio e l’applicazione di specifici carichi di animali, pascolamenti turnati, predisposizioni di punti sale e punti di abbeverata: tutte pratiche che ovviamente non sono contemplate nel greening.

La proposta dell’Adialpi, a cui chiediamo di prestare molta attenzione, è di impegnare tutte le risorse su un’unica misura: dal momento che la 214.6.1 comporterebbe delle gravi penalizzazioni sull’importo del greening, sembra opportuno concentrare gli aiuti esclusivamente per i Piani Pastorali: In questo modo andremmo a finanziare entrambe le pratiche, greening e Psr, sostenendo in modo adeguato i margari.

La proposta sarà trasmessa all’Assessorato regionale all’Agricoltura nella speranza venga accolta e possa contribuire a tutelare un lavoro sempre più in difficoltà e troppo spesso dimenticato dalle politiche agricole.

 

 

Le predazioni sugli alpeggi, sempre più frequenti, non lasciano dubbi: l’allevamento in montagna non è più al sicuro. A poco servono le azioni di difesa e gli aiuti per i danni.

“LUPI E MARGARI: LA CONVIVENZA NON E’ POSSIBILE!”

 

Ormai da diversi anni i margari e i pastori devono far fronte a sempre più frequenti attacchi da lupi alle loro mandrie e greggi sui pascoli degli alpeggi. I danni delle predazioni sono innumerevoli: oltre al capo (o spesso ai capi) aggredito e ucciso, molti altri animali del gruppo rimangono feriti o traumatizzati dall’attacco con rischio di aborti e problematiche fisiche, oltre alla difficoltà di domare l’animale spaventato e alla quasi impossibilità di curarlo e ripararlo nell’ambiente dell’alpeggio.

Per far fronte a questa problematica la Regione Piemonte ha garantito un indennizzo per i capi predati (anche se non sufficiente a risarcire il danno subito e soprattutto riferito esclusivamente al singolo capo predato e non curante dei danni al resto del gregge o mandria) oltre a una misura di sostegno per gli allevatori che si “attrezzano” per difendere i propri animali dagli attacchi: tali finanziamenti sono volti a coprire le spese di acquisto di reti per la custodia dei greggi, ad una maggiore presenza di personale in alpe e all’acquisto di cani da guardia che seguano 24 ore su 24 gli spostamenti del gregge.

A parte l’efficacia “parziale” di tali azioni (il lupo continua ad attaccare le mandrie nonostante le azioni di difesa che risultano quindi poco efficaci), iniziano a sorgere i danni “collaterali”: i cani da guardia non difendono solo la mandria dal lupo ma rischiano di attaccare anche i turisti.

Inoltre, con l’aumento della popolazione di questo predatore, si segnalano i primi incontri con l’uomo e in alcuni casi tentati attacchi fortunatamente, per ora, senza gravi danni: la paura è che ben presto questi predatori possano attaccare anche gli escursionisti o gli stessi pastori (come testimoniano numerosi testi dei secoli scorsi quando il lupo era largamente diffuso sulle nostre montagne).

A tutto questo va aggiunto un ultimo “dettaglio”: sulle nostre montagne non ci sono più i fondi per scuole, strade, assistenza sanitaria e molti altri servizi strettamente necessari per vivere in questo ambiente mentre per tutelare, studiare, attuare azioni di difesa e risarcire i danni di questo predatore vengono investiti moltissimi fondi pubblici. Il solo Progetto Life Wolf Alps – primo anno operativo 2014 – è finanziato per la ragguardevole cifra di 7 milioni di € (di cui 1,5 destinati al Piemonte): la razionalità dei nostri politici preferisce sostenere il lupo piuttosto che aiutare le famiglie che vivono in questo territorio!

Le proposte dell’Adialpi: attuare al più presto abbattimenti selettivi del predatore per ridurne le consistenze, autorizzare il porto d’armi agli allevatori in modo da poter difendere i propri animali in caso di attacchi ed individuare delle “aree di diffusione” del lupo in cui la sua presenza venga monitorata, ad esempio delimitare una valle ampia anche 10.000 ettari con delle recinzioni: lì dentro sarà il territorio del lupo e saranno i pastori a decidere se andare o meno in quella zona, con il legittimo risarcimento dei danni, ma all'infuori di essa il predatore non ci dovrà essere.

Nonostante queste proposte, riteniamo estremamente valide le nuove misure che verranno introdotte attraverso il PSR sull’Aiuto pastore in quanto gli allevatori di montagna necessitano di sostegni per poter compensare le maggiori difficoltà in seguito alla presenza dei predatori.

 

 

La siccità del 2012 ha determinato l’esito sfavorevole di molte fotointerpretazioni sulle superfici degli alpeggi e allo stato attuale diverse aziende rischiano di dover rendere parte dei premi percepiti.

“L’ADIALPI SUL REFRESH 2012: NON ROVINIAMO LE AZIENDE DEI MARGARI!”

 

Non è ancora stata risolta del tutto la questione del Refresh 2012 che consiste in una fotointerpretazione da parte degli enti pagatori delle superfici dichiarate a premio. In seguito a questo Refresh molte superfici, precedentemente dichiarate idonee, sono state classificate non ammissibili: tale provvedimento può essere causa, in base alla percentuale di scostamento dal dichiarato all’accertato, di riduzioni, sanzioni o addirittura decadenza delle domande di premio. Le aziende che hanno maggiormente sono state penalizzate dal Refresh sono proprio quelle di montagna dove la prevalenza di pascoli magri ha determinato consistenti differenze di valutazione dal precedente Refresh del 2009.

Questo sistema di sanzioni è però eccessivamente penalizzante nei confronti delle aziende che, in un periodo molto difficile per la crisi del settore, subiscono riduzioni dei premi a loro spettanti o addirittura la restituzione di quanto ricevuto nel caso della decadenza della domanda per scostamento superiore al 20% dal dichiarato, oltre all’ipotesi di “ribaltare” tale dato anche sulle campagne precedenti 2010 e 2011 (ipotesi smentita durante un convegno dell’Adilapi del gennaio 2013 da parte sia dell’allora Assessore Regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, sia del direttore dell’Arpea -Agenzia Regionale Piemontese per le Erogazioni in Agricoltura- Giancarlo Sironi, i quali affermarono che il Refresh 2012 non avrebbe avuto effetto retroattivo).

L’Adialpi insiste sul fatto di valutare in modo razionale l’applicazione del Refresh 2012 in modo che esso non abbia effetti “catastrofici” sulle aziende interessate. Questa scelta deve tener conto della situazione degli alpeggi, delle condizioni dei pascoli magri e anche della siccità dell’estate 2012 (come riportato dalla deliberazione della Giunta Regionale del Piemonte del 31 ottobre 2012: “Delimitazione delle zone danneggiate e riconoscimento del carattere eccezionalità della siccità verificatosi nelle provincie di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino e Verbano-Cusio Ossola, durante l’estate del 2012”).

Le foto di quell’estate, infatti, risultano molto sfavorevoli per i terreni di montagna e la stessa siccità ha determinato la perdita di cotica in alcune aree per cui la rigenerazione richiederà diverse annualità. Inoltre occorre ricordare che le superfici richieste a premio erano state “valutate” precedentemente dallo stesso organismo pagatore nel 2009: se a distanza di tre anni l’Arpea decide di cambiare il metodo di valutazione delle superfici, ci deve avvertire con preavviso e soprattutto non può “ribaltare” questo dato sugli anni precedenti. Questa situazione sta danneggiando solamente gli allevatori, è arrivato il momento che anche gli altri si prendano le loro responsabilità: i contributi comunitari devono servire ad aiutare i produttori, non ad ingannarli e a mandare in rovina le aziende.

Noi non accettiamo questa regola: per le campagne future ci adatteremo alle nuove disposizioni, nonostante il grave danno dalla perdita di terreni eleggibili, ma per le annate 2010, 2011 e 2012 sarebbe opportuno trovare dei rimedi. Una soluzione logica sarebbe quella di escludere dal premio i terreni classificati “non ammissibili”, senza però incorrere nelle sanzioni o nella decadenza della domanda, perché questo vorrebbe significare la “distruzione” di molte aziende per un errore, sottolineo, non assolutamente imputabile a loro.

 

Su questo argomento l’Adialpi ha prodotto un documento molto dettagliato sulle problematiche del Refresh 2012 che è stato inviato alle principali istituzioni e organizzazioni del settore (il documento è visualizzabile sul sito www.adialpi.it).

 

 

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È importante che la politica, le istituzioni e le organizzazioni del settore diano ascolto alle associazioni come la nostra in modo da poter capire, tutti insieme, quali sono le reali necessità di chi vive e lavora in montagna.

L’opportunità di partecipare a convegni come questo è per noi motivo di orgoglio e di speranza nel poter migliorare il nostro lavoro.

 

 

Grazie per l’attenzione.

 

Il Presidente dell'Adialpi   

 Giovanni Dalmasso                                                                                                                                               

 

                                                                                                                                         

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