LA CONVIVENZA E' IMPOSSIBILE. L'ADIALPI RICONFERMA LA SUA OPPOSIZIONE AL PREDATORE SUGLI ALPEGGI.

IL PRESIDENTE DALMASSO: "DEL LUPO POSSIAMO FARNE A MENO".

Da ormai diversi anni al termine dell'estate si torna a parlare del lupo e soprattutto a contare i danni delle predazioni. Se ci può consolare, possiamo dire che il problema non è solo nostro ma a livello europeo la questione sta diventando sempre più importante coinvolgendo direttamente l'interesse politico sulle strategie da adottare sia per limitare i danni sia risarcire gli allevatori degli stessi. In Francia l'abbattimento selettivo è stato autorizzato dal Governo, anche se non mancano gli scontri tra animalisti e allevatori, mentre “dalle nostre parti” per ora non ci sono state soluzioni simili, anzi: proprio in questi giorni sta per prendere il via “Wolf Alps”, progetto europeo per la salvaguardia del predatore sull'arco alpino, su cui sono stati stanziati oltre 6 milioni di € per studi sul lupo, ricerche sul campo, collaborazioni con università, musei, aree protette ed interventi di prevenzione degli attacchi. Il tutto con unica certezza: il lupo non si tocca ma si deve cercare la convivenza... e pazienza se ogni tanto qualche ovino o bovino viene sbranato!

L'Adialpi (Ass. Difesa Alpeggi Piemonte) da sempre si oppone a questo principio e periodicamente cerca di far sentire la voce dei margari che in prima persona vivono l'esperienza del lupo sugli alpeggi.

Il presidente Giovanni Dalmasso: “Di quei soldi potremmo farne a meno. Con tutte le difficoltà finanziarie che ci sono, le istituzioni continuano ad investite sulla tutela del lupo mentre non esitano a fare i tagli alla sanità con la chiusura degli ospedali per curare la gente! Sembra impossibile che tutto ciò possa accadere ma al giorno d'oggi, purtroppo, siamo costretti a convivere con delle situazioni a dir poco assurde. Sicuramente, però, non possiamo fare a meno dei risarcimenti per i danni da lupo: come detto più volte, il pagamento del danno non è mai sufficiente a colmare la perdita subita in quanto l'animale ha un valore, oltre che affettivo, anche genetico, frutto di anni di selezione, ma è comunque un utile sostegno per l'allevatore che ha subito il danno”.

“E i protettori del lupo – continua Dalmasso- non mi vengano a dire che questo predatore porta un maggiore equilibrio in natura. É forse meglio che inizino a contare i danni che il lupo ha arrecato alle aziende di montagna in questi anni, prima agli ovini e ora anche ai bovini, e poi capiranno perchè molti allevatori hanno paura del lupo e rischiano di cessare l'attività. Con l'abbandono della pastorizia vedremo i risultati sulle nostre montagne: preservare i pascoli significa garantire la biodiversità delle erbe, un corretto assetto idrogeologico e soprattutto la valorizzazione delle aree alpine e collinari. Inoltre bisogna ricordare che anche il turismo potrebbe subirne un forte danno: ci fideremo ancora a passeggiare in queste zone sapendo di poter essere attaccati dai lupi?

In quanto rappresentante dell'Adialpi confermo il mio favore all'abbattimento selettivo e lancio una proposta: volete il lupo? Allora scegliete una zona, una valle ampia anche 10000 ettari, e poi delimitatela con delle recinzioni: li dentro sarà il territorio del lupo e saranno i pastori a decidere se andare o meno in quella zona, con il legittimo risarcimento dei danni, ma all'infuori di essa il predatore non ci dovrà essere.

Noi in montagna viviamo e lavoriamo e abbiamo il diritto di non temere gli attacchi da lupo per i nostri animali e anche per noi”.

 

18 ottobre 2013

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